Surgital, primato in Europa per l'utilizzo di CO2 nel processo di surgelazione



Surgital produce 160 tonnellate di pasta fresca al giorno, 80.000 piatti pronti monoporzione e 12 tonnellate di sughi in pepite, e li distribuisce in 60 Paesi nel mondo.
A lavoro per rendere possibile tutto ciò, sono i circa 350 dipendenti nel plant di Lavezzola (RA) e 500 a livello di gruppo, per un fatturato di oltre 120 mln di euro.

(descrizione) "Avevamo testato che la pasta fresca si poteva surgelare e la domanda da parte della ristorazione era inequivocabile: dovevamo trasformarci in una realtà industriale” - ha spiegato Edoardo Bacchini, AD e fondatore insieme a Romana Tamburini di Surgital (in foto). "Era il 2000, ne discutevo ogni giorno con il nostro Ingegner Biguzzi. Quale gas impiegare? Per un impianto del genere la risposta non poteva che essere l’ammoniaca. Ma il sindaco di Conselice aveva già dato risposta negativa al suo utilizzo, a causa di una precedente fuga di gas da una grande azienda. L’unica alternativa era il freon, che però stava subendo grosse restrizioni legate al buco dell’ozono e all’effetto serra. Ma è mai possibile che nel 2000 non esista un altro modo per fare il freddo? - mi domandavo. Siamo partiti così, in modo visionario, pioneristico, ma con la certezza di poter realizzare una grande cosa”.

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Surgital sono i primi in Italia e in Europa a puntare su questa innovazione, grazie alla collaborazione con tecnici esperti, e alla realizzazione di un sistema di refrigerazione industriale che ha raggiunto una capacità di 1200 kW e temperature fino a -40°C; grazie alla tecnologia IQF (Individual Quick Frozen) la surgelazione della pasta avviene in tempi rapidissimi, con parametri e metodi ad hoc per ogni tipo di prodotto.

Edoardo Bacchini ha poi aggiunto: "Ho sempre creduto nella ricerca scientifica, nella sperimentazione, per questo dedichiamo ogni anno i nostri investimenti alla ricerca di soluzioni. Soluzioni tecnologiche che ci facciano avanzare verso il futuro, il che non significa semplicemente crescita, margini, quote di mercato, ma parlo di benessere. Siamo un’azienda fortemente energivora, perché il processo di surgelazione lo richiede, ma abbiamo sempre creduto in un’economia circolare dove l’energia possa essere riutilizzata, in modo strategico, per alleggerire in primis la nostra impronta carbonica, ma per far star bene le persone che lavorano con noi e che vivono nella nostra comunità. Grazie alla fiducia riposta nei nostri tecnici, nei nostri ingegneri – che spesso hanno assecondato le mie visioni - siamo arrivati fin qui, ora siamo pronti per il prossimo passo.”