(di Gianvito Emilio Vinci e Renzo Moro, MIPAAFT)
"La Turchia è entrata a far parte dell’Accordo Internazionale per il trasporto di alimenti deperibili nel 2013 e ad oggi ne implementa l’attuazione, sia aumentando il parco di automezzi certificati, che ponendosi come obiettivo l’applicazione della normativa anche per il trasporto interno. Questo apre degli scenari nuovi nel mercato mondiale, in particolare con la UE che, per vicinanza geografica e per scambi commerciali, rappresenta il principale partner del Paese, da sempre importante crocevia tra l’Europa e l’Asia.
Proprio per meglio interfacciarsi con l’UE, la Turchia ha chiesto il supporto della Commissione Europea e dei paesi membri che applicano il protocollo ATP da diversi anni. In Italia, come noto, l'accordo ATP è entrato a far parte dell’ordinamento sin dal 1977 e, dal settembre 1984, il Ministero dei Trasporti e della Navigazione, oggi MIT, svolge le verifiche tecniche attraverso i suoi uffici provinciali.
Per dare avvio a questa collaborazione si è svolto il 23 e 24 ottobre a Istanbul un importante Workshop sul trasporto di alimenti deperibili, organizzato dalla Commissione Europea in cooperazione con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture Turco.
Il Workshop rientra nell’ambito dei progetti TAIEX della Commissione Europea (Technical Assistance and Information Exchange Instrument), e ha previsto la relazione di tre esperti europei del settore. L'obiettivo del workshop era quello di esaminare le disposizioni e le procedure contenute nell'accordo ATP e fornire le esperienze dei paesi dell'UE che attuano questo accordo internazionale da anni.
L’Italia ha avuto un ruolo chiave fornendo, attraverso due suoi esperti, le conoscenze acquisite e condividendo le problematiche legate all’applicazione dei trattato ATP nel commercio con l’estero e per il trasporto interno.
Come detto, la Turchia è parte di questo Accordo dal 2013, anche se solo dal maggio 2017 l’ente di certificazione Turco TSE (Turkish Standardantization Institute) ha iniziato ad emettere i primi certificati ATP presso le proprie stazioni di prova. Oggi in Turchia circolano circa 800 mezzi certificati ATP, ma le stime parlano di numeri che aumenteranno rapidamente, con un trend che dovrebbe portare a più 5.000 veicoli certificati nell’arco di qualche anno.
Il capo del dipartimento del Ministero dei Trasporti ed Infrastrutture turco ha aperto i lavori, illustrando lo stato dell’arte sull’applicazione in Turchia del trattato ATP ed evidenziandone le criticità, in particolare sulla futura applicazione anche in ambito nazionale.
Il Workshop ha visto come relatori tre esperti nominati dalla Commissione Europea: Richard Lawton (direttore tecnico della Cambridge Refrigeration Tecnology e membro dell’UNECE per il Regno Unito); Gianvito Emilio Vinci e Renzo Moro, entrambi funzionari del Ministero delle Politiche Agricole - Ispettorato repressione Frodi alimentari.
Per la parte turca hanno partecipato diversi funzionari dei relativi ministeri dei trasporti, dell’agricoltura, della sanità e delle dogane, nonché stakeholder appartenenti alle diverse associazioni di trasportatori e dirigenti dell’ente di certificazione turco.
Le tematiche trattate sono state diverse, a cominciare dai requisiti tecnici dei veicoli e dei certificati di conformità ATP per i mezzi di trasporto, sino al processo di omologazione delle apparecchiature.
Inoltre, dopo una panoramica sulle normative europee che regolano il trasporto di alimenti deperibili, in particolare i regolamenti comunitari sull’igiene e tracciabilità degli alimenti - Reg.(EC) 178/02, Reg. (EC) 852- 853- 854-882/2004 - e sul monitoraggio delle temperature - Reg (CE) 37/2005 -, si è discusso della situazione esistente nei vari stati europei relativamente all’applicazione delle norme ATP.
Gli esperti hanno inoltre ha trattato gli argomenti relativi alle procedure di certificazione e all’applicazione delle Regole ATP sulle operazioni di trasporto domestico, nonché sui controlli da parte delle autorità competenti.
Particolare rilievo ed interesse è stato dato alle differenti modalità di certificazione e dei successivi rinnovi nei paesi UE. E’ stato evidenziato come in Europa l'applicazione del regolamento ATP presenti delle differenze che comportano per gli autotrasportatori di merci deperibili diverse condizioni di concorrenza.
In generale, per tutti gli stati europei, la classificazione del mezzo ATP e la successiva prima certificazione ha una durata di 6 anni. I successivi rinnovi, invece, a partire dal sesto anno, variano da stato a stato.
Pertanto la maggioranza degli stati europei applica la normativa ATP esclusivamente per il trasporto tra stati aderenti al trattato. Per essi il numero di rinnovi possibili non ha un limite in base all'età del certificato ATP, che può essere rinnovato a tempo indefinito, fino a quando non vengono mantenute le caratteristiche tecniche per il mantenimento delle classi pertinenti.
Solamente Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Slovacchia hanno adottato l'ATP come base per la loro legislazione nazionale nei trasporti interni, pur tuttavia avendo differenti modalità di gestione delle certificazioni e dei rinnovi. A titolo di esempio infatti, il rinnovo presso i centri autorizzati in Italia è consentito solo tre volte per FNA (per un totale di 15 anni) e solo due (per un totale di 12 anni) per FRC, RRC e isotermici senza subire declassamenti. In Francia, invece, il mezzo può essere rinnovato (senza declassamenti) per un periodo totale di 18 anni per FNA e di 15 anni per FRC, RRC e isotermici senza subire declassamenti, allungando pertanto la vita del mezzo di tre anni.
Facendo riferimento al sistema Italiano, particolare interesse è stato rivolto alle sue criticità, in particolare alla mancanza di un censimento dei veicoli attrezzati ATP, nonché al mancato collegamento fra le certificazioni del sistema HACCP (competenza del Ministero della Salute) e le regole connesse al regime ATP (competenza del MIT). Inoltre, comparando le procedure di rinnovo italiane con quelle degli altri stati europei, è stato evidenziato come in Italia le stesse siano estremamente complesse, lunghe e costose rispetto ad altri stati come la Francia.
Attualmente, in Italia i rinnovi dell'ATP da parte delle stazioni di collaudo ministeriali hanno tempi di attesa medi che vanno da due a sei mesi. I costi che gli utenti devono sostenere per il rinnovo in una stazione sono elevati, non solo per spesa in tempo reale del test, ma anche per il tempo dei trasferimenti, l'arresto del veicolo e quelli relativi agli obblighi burocratici.
Il workshop è stato molto partecipato e il dibattito ha evidenziato la necessità, da parte delle autorità turche, di chiedere alla C.E. una visita studio in Italia per toccare con mano la realtà locale e meglio comprendere le procedure operative che sono alla base dell’implementazione dell’accordo ATP nel nostro paese.