‘Il trasporto ADR in Italia’: questo il titolo del primo dei due convegni promossi da OITAF (Osservatorio Interdisciplinare trasporto Alimenti e Farmaci) nella cornice di Transpotec Logitec 2024. Un’occasione per presentare il Libro Bianco dei trasporti pericolosi in veicoli cisterna realizzato con il patrocinio del Mit, di Federchimica e di TTS Italia, e per fare il punto su un settore molto attenzionato, qual è appunto quello dell’ADR.
Ad aprire i lavori Clara Ricozzi, presidente di OITAF. “Il Libro Bianco sull’ADR ci restituisce una prima fotografia, significativa anche se non esaustiva, del trasporto di merci pericolose in Italia, focalizzandosi sul Barrato Rosa”. Due i punti critici messi in evidenza dal presidente OITAF: la vetustà del parco e la sostanziale preponderanza degli autotrasportatori monoveicolari."
La parola è quindi passata a Cristina Qirjaku, responsabile della sezione ADR e ATP del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. "Il Libro Bianco realizzato da OITAF si focalizza sui veicoli aventi obbligo di detenzione del certificato di conformità e pertanto le analisi sono riconducibili esclusivamente ad alcune classi di merci pericolose. Nonostante ciò il risultato conseguito costituisce attualmente l’unico report sul trasporto di merci pericolose su strada in Italia”.
A Tiziana Altieri, curatrice del volume, il compito di fornire i numeri chiave. I veicoli cisterna in Italia sono circa 11.000 (dato aggiornato a settembre 2023), circa 7.000 autocarri e 4.000 trainati (rimorchi o semirimorchi). Salta subito all’occhio il legame fra PIL e parco ADR: le prime 9 regioni per PIL, capeggiate dalla Lombardia, in ordine diverso ma sono quelle con il parco veicoli-cisterne ADR più consistente. Gli autocarri hanno mediamente 15,5 anni, i trainati 19,7. Mentre in Italia Istat conferma la tendenza a una crescita del conto terzi, per quanto riguarda il trasporto con cisterne ADR il suo ruolo è più ridimensionato: un veicolo su tre viene utilizzato dal conto proprio.
La composizione delle flotte è simile in tutta la Penisola con i monoveicolari che pesano ben oltre il 50 per cento.
Si è focalizzata sul settore chimico la relazione di Francesca Belinghieri, Responsabile Area Logistica di Federchimica. “Quello della chimica è un settore molto articolato in cui rientrano un’ampia varietà di prodotti: da plastica e gomme sintetiche ai principi attivi farmaceutici, dai profumi e cosmetici fino a vernici. Basta questo per comprendere la strategicità del settore. Queste merci nel 58,7 per cento dei casi si muovono su strada. Il 75,1 per cento su distanze inferiori ai 300 chilometri”. La Responsabile dell’Area Logistica di Federchimica ha poi posto l’accento sull’importanza delal formazione e ha dettagliato il progetto: E-Learning: percorsi formativi mirati on-line. Tanti moduli di breve durata che possono essere fruiti secondo i propri tempi e le proprie esigenze”.
Dell’area Logistica di Federchimica anche Daniele Guidotti, Logistic Progects & S.E.T Emergency Transports Service. “Il S.E.T., Servizio Emergenze Trasporti è un’iniziativa di Federchimica sviluppata nell’ambito del Programma Europeo ICE (Interventions in Chemical transport Emergency”. Daniele Guidotti ha, poi, fornito qualche numero sull’incidentalità che confermano l’attenzione alla sicurezza del settore. “Dei 48.563 incidenti stradali che hanno richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco nel 2022 solo 178 hanno coinvolto mezzi che trasportavano merci pericolose”.
Infine, le voci delle associazioni, “Per garantire al sicurezza nei trasporti ADR – ha evidenziato Carlotta Caponi, Segretario Generale di Fai - crediamo che si debba lavorare anche per ridurre i tempi al carico e allo scarico. Questi tempi morti sono motivo di stress per i conducenti e scoraggiano chi vuole avvicinarsi a questo mestiere. Come risolvere il problema? Introducendo il tema della responsabilità condivisa”.
Tema della corresponsabilità fondamentale anche per Alessandro Peron, segretario generale Fiap. “Il trasporto viene visto come un costo che si cerca di ridurre. Non si gioca la carta della qualità ma del prezzo al ribasso. Eppure soprattutto quando si parla di merci pericolose l’attenzione alla qualità e all’efficienza dovrebbe essere superiore. Oggi abbiamo imprenditori che subiscono il cliente. Nell’ADR invece ci vuole consapevolezza”.